martedì 18 novembre 2008

INTER FC

L'Inter WC è una società clandestina di pompe funebri specializzata nel malocchio e iella. La sua copertura ufficiale è quella di società calcistica, allenata da José Mourinho. Il suo nome per esteso è Internazionale per il suo elevato numero di stranieri. In una recente partita amichevole riservata ai soli tesserati di nazionalità italiana l'Inter ha schierato in campo la formazione 1-1-1: toldo in porta, materazzi in difesa ed il secondo massaggiatore centroattacco (prima che Balotelli diventasse maggiorenne).

LA NASCITA

L'Inter nacque per sbaglio (che sta proprio nel nome scelto, Internazionale) il 9 marzo del 1908, da un gruppetto di persone considerate ""intelligentissime" (quarantatre, in fila per sei col resto di uno), che avevano capito che il Milan non valeva niente. Infatti il profeta Giuseppe Prisco diceva che erano partiti dal nulla e non si vergognavano di nascondere le loro umili origini. I festeggiamenti vennero tenuti nel Bar del Giambellino un famosissimo locale in di Milano, la cui particolarità era di avere le pareti ricoperte di specchi così da simulare la presenza di una moltitudine di gente. La creatura nacque al ristorante "L'Orologio" perché non vedevano l'ora di creare l'Inter WC.

Cerutti Gino, l'allora presidente come buon augurio decise di organizzare una partitina a calcio nella sala, ma dopo 10 secondi il pallone impattò contro l'enorme specchio che ricopriva e circondava le pareti frantumandolo in miliardi di pezzi. Il pallone, all'impatto esplose andando a colpire un cameriere , che inciampando su Bauscia, il gatto nero del padrone del locale, scivolò sotto una scala e fece cascare la giara piena d'olio che stava trasportando versandone tutto il contenuto sul pavimento e addosso ai membri della neonata società, procedendo così ad una sorta di Battesimo.

La sfortuna proverbiale dell'Inter deriva da questo, fin dalla sua nascita la sfiga l'ha addocchiata e difficilmente se la lascierà sfuggire.

I successi ed i compagnucci di merende

Grazie ad un accordo segreto con il Milan e la Juventus con le quali l'Inter condivideva il colore nero delle strisce sulle divise e la voglia di ottenere facili successi nel campionato italiano, i nerazzurri riuscirono ad ottenere la loro parte della torta. L'associazione a delinquere formata da questi tre "nemici di facciata" fruttò all'Inter la conquista di un cospicuo numero di scudetti rubati alle altre squadre italiane che rimanevano al di fuori questo circuito, e spartiti con i "compagnucci di merende" del Milan e della Juve. La fame di successi dell'Inter cresceva di anno in anno, i nerazzurri non si accontentavano di conquistare un tricolore ogni tanto, così, invidiosi dei cugini rossoneri che mietevano successi oltre che nel territorio nazionale (dominato soprattutto dalla Juventus) anche in campo europeo, decisero di puntare in alto anche loro e di non accontentarsi più della loro piccola parte di bottino...

La resurrezione e l'avvento di San Guido Rossi


Tim: Telecom Italia Moratti
Tim: Telecom Italia Moratti

L'incantesimo si ruppe solo nel 2005, quando il Presidente Massimo Moratti grazie alle intercettazioni svolte dalla sua personale compagnia telefonica, la Telecom, riuscì a spodestare la Juventus ed il Milan dai ruoli di Regina e Viceré del Campionato di Calcio Italiano, e a diventare dominatore assoluto della scena grazie al provvidenziale aiuto di San Guido Rossi, già Vice Presidente dell'Inter ed in seguito Amministratore Delegato di Telecom, che assunse in quel periodo il ruolo di Commissario Straordinario della Federazione Calcio. Con un'abile mossa, Guido Rossi grazie a delle fondamentali e fantomatiche consultazioni con tre misteriosi Saggi (Luisito Suarez, Mariolino Corso ed Enrico Bertolino) riuscì a consegnare magicamente lo Scudetto onestamente rubato sul campo dalla Juve alla sua Inter. Grazie all'abile orchestra diretta da San Guido Rossi la Beneamata ha tolto di mezzo per un anno la Juventus, decapitandone i malfamati vertici dirigenziali (i noti gangster Luciano Moggi & Antonio Giraudo) ed acquistandogli due calciatori (Ibrahimovic e Vieira) come gentile contropartita tecnica e deMEANIzzando il Milan, in modo da avere campo libero per la vittoria del campionato (lo scudetto composto di materiali riciclabili quale plastica, cartone, legno, latta, vetro, carta e così via)

L'Inter poté così fregiarsi finalmente dello Scudetto di Cartone e nella stagione successiva avendo eliminato e penalizzato tutti gli altri avversari lasciando in vita solamente squadre satellite dei tre compagnucci di merende. I nerazzurri riuscirono così a trionfare onestamente e ad aggiudicarsi il loro meritatissimo quindicesimo Sculetto, in un campionato faticosissimo e ricco di insidie (30 partite vinte su 38), nel quale la squadra procedette come una schiacciasassi eliminando e umiliando di volta in volta importanti compagini quali: Empoli, Ascoli, Chievo Verona, Siena, Messina, Catania, Livorno, Albinoleffe, PoggiBonsi, Sanremese, Baracche FC, Sanpippese, Sco-Reggina e Reggiana.

“Lo scudetto mettitelo nel culo”

- Massimo Ambrosini dopo la vittoria della Champion's League 2006/2007 da parte del Milan.

Sfortunatamente, l'idiozia caratteristica di questa squadra non si arrese nemmeno di fronte ai magheggi ed ai soprusi della Brigata Moratti che nonostante la penalizzazione comminata per gli imbrogli del Milan non riuscì a limitare il potere politico della squadra rossonera che incredibilmente si trovò a partecipare alla Coppa dei Campioni e come da profezia a vincerla, facendo andare di traverso i festeggiamenti nerazzurri.

Il Vangelo di Moratti

Dopo i martirtii subiti dall'Internazionale Water Cleaning (o, secondo altre interpretazioni, Water Closet), ma in special modo dal Massimo Moratti Denti Marci, il presindentissimo, in collaborazione con i santi martiri Lele e MarcoTronchetto e sotto la supervisione di Papa Pio Scudo (al secolo noto come San Guido Rossi) ha deciso di scrivere un vangelo.
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa di Moggi. Beati coloro che scambiano Coco con Seedorf e Carini con Cannavaro e perdono per colpa degli arbitri. Beati coloro che vendono i Roberto Carlos e i Simeone ma si tengono i Pistone e i Centofanti. Beati coloro che, onestamente, truccano passaporti e patenti per evitare i disonesti tempi della burocrazia. Beati coloro che capiscono, (anche se in ritardo decennale), che spender la stessa somma per gli Ibrahimovic, o la somma dei Tiago più gli Almiron non è la stessa cosa. Se avete un primavera buono, anche il suo valore sarà buono; se avete un primavera cattivo, sempre buono il suo valore sarà. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Solo la bocca dell’onesto parla dalla pienezza del cuore. Perché allora osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi canta “senza rubare”. Beati coloro che hanno il passivo di bilancio più grande, tanto i debiti non saranno mai rimessi. Guardatevi però dal praticare le vostre opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa. Per questo offrite un contratto a Moggi di nascosto e poi negate. Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge. A quello ci ha pensato Calciopoli. Voi udrete intercettazioni selezionate ma non comprenderete; guarderete tra le carte, ma illeciti non vedrete. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. Beati i giornali, però, che hanno capito che Moggi è il diavolo, mentre Oriali è il Figliol Prodigo. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. Tanto poi, a tavolino, tutto potrà esser preso. Non accumulate tesori nella vostra bacheca trofei. Chiedete a Guido Rossi e vi sarà dato; cercate con la Telecom e troverete; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova. Beati, quindi, coloro che festeggiano uno scudetto a tavolino perché sul campo non ci sarebbero mai riusciti. Perciò vi dico: Non affannatevi per il domani, perché il domani ha già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Guardate me: ho comprato a caso, venduto campioni eppure a tavolino, ho già vinto uno scudetto e ora voglio anche quello del 2002 perché: beati i terzi sul campo se…… …… a tavolino saranno i primi.”

CURIOSITA'

* I tifosi dell inter non tifano...contestano
* Massimo Moratti, Lele Oriali e Branca hanno deciso di aprire un istituto di rilascio Passaporti e Patenti rubate. Per informazioni contattare la sede interista e chiedere di Don Lele.
* Il nuovo allenatore Josè Mourinho vuole a tutti i costi il centrocampista Marek Hamsik del Napoli. Ma lo slovacco gli ha risposto subito: "Mourinho zuc't o limon". E Mourinho pur di accontentarlo se lo sta zucando ancora nella speranza vana di averlo a Milano. E continua a zucarsi.
* L'Inter ha diverse ricorrenze che vengono festeggiate durante l'anno, la più importane è il 5 maggio, giorno in cui perse lo scudetto all'ultima giornata di campionato. I tifosi esultarono i loro beniamini, ringranziandoli di avere allungato la loro agonia, (e lo scongiuro di un'altra ulteriore vittoria del Milan in Coppa Campioni) primato che continuano a vantare con orgoglio immutato.
* Una delle particolarità di questo club, è quello di comprare diversi campioni, pagandoli cifre esorbitanti, che poi decadono appena cominciano a giocare con la maglia nerazzurra. Quando il loro valore di mercato comincia a scendere vertiginosamente a questo punto la società decide di svenderli e con certezza pressocché matematica, questi riconquistano il loro status di fuoriclasse ed in taluni casi si convertono addirittura in campioni del mondo.
* È in edicola il nuovo DVD "I migliori rinvii dal fondo dell'Inter", dato che se ne avessero dovuto fare uno sulle vittorie sarebbe bastato un floppy.
* L'Inter è l'unica squadra del pianeta ad aver vinto uno scudetto, quello del 2006, solamente via fax.
* Ridere delle disgrazie dell'Inter è l'unica cosa che riesce ad unire, veramente, il popolo calcistico italiano.

Il gioco preferito degli interisti
Il gioco preferito degli interisti

* L'Inter, vincitrice dello scudetto 2006-07, è stata proclamata di recente "unica squadra italiana" ad aver vinto lo scudetto con la concorrenza di Empoli e Livorno, le quali, non avendo in squadra santi del calibro di San Pietro, Ronaldinho o del Dio Maradona, non hanno retto il contraccolpo psicologico (e fisico) di un certo Marco Materazzi, wrestler professionista WWE.
* Alcuni produttori di sigarette hanno deciso di scrivere sui pacchetti non più il fumo uccide, ma MARCO MATERAZZI uccide.
* Lo stesso Materazzi, dopo i noti apprezzamenti rivolti con stile alla sorella di Zidane, che gli aveva risposto in modo a suo dire troppo rude, avrebbe voluto fare la stessa cosa con Fernando Torres a Liverpool il 19 febbraio 2008, ma la scaltrezza del centravanti dei reds lo ha costretto ad uscire dal campo dopo appena 30 minuti di gioco.
* Essere interista fa rimorchiare perché le donne amano i cuccioli indifesi.
* Dopo aver vinto 4 Coppe Italia, 10 scudetti e 2 Champions League, un interista spegne la Playstation e va a dormire.
* La squadra è ricordata come l'unica che "non è mai stata in serie B", anche se è preferibile il classico "mai dire mai".
* È risaputo che i pochi emo che seguono il calcio tifino apposta Inter, in modo da avere un motivo in più per deprimersi.
* Per avvicinare gli emo al calcio e all'Inter, la dirigenza fornisce un set di lamette "Miracle Blade III" per ogni emo che va a vedere le partite di Champions League dell'Inter detta più comunemente "giornate della sofferenza"
* Si vocifera che Moratti, noto pervertito sessuale, abbia comprato l'Inter solo per poter sperimentare un masochismo estremo.
* Nell'ultimo anno l'Inter utilizza due maglie, una con la croce rossa, per essere meglio bersagliata da pallottole vaganti sparate da qualche santo mentre guarda le loro partite, e l'altra maglia, quella classica con strisce blu e nere, procreate dal Sommo ascoltando le immense stronzate di Mancini nel tentativo di chiedere un giocatore in più, poiché in quel ruolo i giocatori sono minori di 10. In più su tutte e due le maglie troviamo anche un pezzo di cartone colorato di verde, bianco e rosso, che loro spacciano per uno scudetto, conquistato sul campo contro Torino, Albisola, Pizzighettone, Pro Vasto, Pro Cione, Pro Contro e Real Marcianise.
* Di solito, ogni volta che un giocatore si infortuna o viene squalificato, Roberto Mancini è solito chiedere rinforzi a Massimo Moratti, il quale generosamente acconsente.
* La squadra ha avuto nelle sue fila il famoso brasiliano Adriano Leite Ribeiro, noto soprattutto per le sue meravigliose prestazioni in discoteca (suo vero campo da gioco), due volte (consecutive) vincitore del BIDONE D'ORO, migliore premio dell'anno per i calciatori professionisti (fuori dal rettangolo verde).
* Si dice che i dittatori moderni cerchino di convincere la popolazione a tifare l'Inter, in modo da far cadere i cittadini in depressione ed evitare così che si formino rivolte popolari.
* Silvio Berlusconi era interista ed avrebbe pure tentato di acquistare la società.
* Un antico documento del 1300 afferma che l'Inter abbia anche vinto la Champions League, ma non si hanno altre informazioni al riguardo, tranne che l'autore del suddetto documento sarebbe un certo Fred Flintstone...
* Alla domanda "Dove non sei mai stato?" Gli interisti sono soliti rispondere "in B!" perché pare che la A sia stata trapiantata nel loro "dnA" al momento della creazione (il 09 marzo 1908), anche se nel 1922 la salvezza gliela hanno regalata "a tavolino" dopo avere chiuso il loro girone all'ultimo posto (beati gli ultimi quando si salvano a tavolino!). Il primo spareggio, con la Sport Italia Milano, l'hanno vinto 2-0 a tavolino perché quella società era già fallita (infatti i due campionati si erano conclusi da tre mesi e mezzo).
* Il primo scudetto, quello del 1910, fu il massimo esempio della "correttezza". Infatti è stato vinto contro i ragazzini di undici anni della Pro Vercelli nello spareggio del 24 aprile, conclusosi 10-3 (da notare le tre reti degli undicenni). In quel giorno i vercellesi avevano i titolari impegnati in tornei militari ed avevano chiesto uno spostamento di data, che gli interisti rifiutarono. Così, in risposta alla loro grande correttezza e sportività, la Pro Vercelli mandò in campo la squadra degli undicenni (domanda: ma questo scudetto era, quindi, di legno o di cartone?).
* All'Inter è stata, tra l'altro, negata nel 1933 la gioia di vincere una Mitropa Cup dai cattivissimi giocatori dell'Austria Vienna (2-1 a Milano per i nerazzurri, 1-3 a Vienna).
* Sempre nella Mitropa lo squadrone nerazzurro è riuscito a perdere 9-0 dallo Slavia Praga nel 1938 (gara giocata nella capitale ceca). Questo record di reti subite in un incontro di coppe europee nessuna squadra italiana l'ha più battuto e sono già passati settanta anni.
* La prova che il nome Internazionale sia sbagliato sta nei numeri. La squadra in 100 anni ha vinto sette trofei in ambito europeo e mondiale (2 Coppe dei Campioni, 3 Coppe Uefa, 2 Coppe Intercontinentali) di cui quattro nel biennio 1964-1965 (le coppe presenti in bacheca di quel periodo hanno forma diversa da quella odierna e nonostante gli interisti cerchino di trovare una spiegazione scientifica le immagini di quel periodo vengono sempre riproposte in Bianco e Nero) e tre negli anni novanta del secolo scorso (1991, 1994, 1998).
* Nel campionato 1993-94 la squadra fu salva con un punticino di vantaggio sul Piacenza, che per "correttezza" da parte della Lega calcio, fu costretto ad anticipare l'ultima partita di due giorni.
* Dopo lo scudetto 2005-2006 Moratti ha richiesto alla FIFA che vengano assegnati all'Inter gli scudetti del '15-'18 in quanto sarebbe fatta giustizia contro l'Austria-Ungheria che ci ha fatto entrare in guerra non permettendo cosi all'Inter di vincerli onestamente (infatti in quel periodo hanno perso tutti i campionati di guerra disputati, secondo loro per colpa degli altri, tre vinti dal Milan ed uno dal Legnano, ma si sa che loro la correttezza, l'onestà e la pulizia ce l'hanno nel DnA).
* Pare che Ferruccio Mazzola, fratello di Sandro e figlio di Valentino, abbia voluto gettare fango sulle vittorie nerazzurre di Herrera e Moratti I per vendicarsi dello scarso utilizzo da parte del Mago delle Pillole (nel caffé).
* Per suscitare la nostalgia del popolo nerazzurro, sempre pronto a rendere omaggio a tali miti, basta ricordargli la formazione tipo della "grande" Inter: Sarti, Burgnich; Facchetti; Bedin/Tagnin; Guarneri; Picchi; Jair; Mazzola; Milani/Peirò; Suarez; Corso. Ma, si sa, il tempo passa, i miti invecchiano, qualcuno (purtroppo) è anche deceduto e la gloria del passato (remoto) si fa sempre più distante dalla realtà di oggi.
* Non è affatto vero che l'Inter è una cattiva squadra che non segna: i suoi attaccanti sono semplicemente abbagliati dall'accecante bellezza di Massimo Moratti.
* Se l'inter doveva giocare solo coi giocatori italiani doveva fare il modulo 1-1-1: in porta toldo, in difesa materazzi, in centrocampo bolzoni ed in attacco Balotelli.Quest' ultimo è figlio di Moratti e una ghanese del cazzo...Per evitare brutte dicerie Moratti lo ha bruciato...Così Balotelli ha la nazionalità italiana...
* Lo chef Tony è un accanito tifoso interista

martedì 11 novembre 2008

TUTTO (O QUASI) SU ALEX DEL PIERO!!!

Alessandro Del Piero nasce a Conegliano Veneto il 9/11/1974.


Inizia a giocare nel San Vendemiano, nella “primavera” ma anche nella prima squadra.

Nonostante titubanze iniziali dovute al fisico minuto ed esile, viene acquistato dal Padova dove all'età di 16 anni esordisce in serie B.

L'allenatore è Mauro Sandreani che ha spesso dichiarato: .

Gioca negli allievi e nella partitella di metà settimana gioca contro la prima squadra.

I difensori impazziscono e segna quasi sempre. Così, quando si fa male Montrone, l'idea di sostituirlo con il piccolo Alex arriva proprio dai giocatori.


Nell'estate 1993, grazie a Boniperti che lo ha voluto a tutti i costi, Alex approda alla Juventus.

Giovanni Trapattoni lo porta subito in ritiro e si guadagna i primi titoli sui giornali. Viene inserito nella “primavera” allenata da Cuccureddu, divenendone subito Leader.

Guida la squadra alla vittoria del Torneo di Viareggio e dello scudetto.

Esordisce in serie A il 12/9/1993, Foggia-Juventus 1-1 entra al 74' al posto di Ravanelli. Sette giorni dopo arriva il 1° gol: JUVENTUS-REGGIANA 4-0 entra al posto di Ravanelli e un minuto più tardi, su assist perfetto di Di Livio segna di sinistro alla sinistra del portiere. La domenica successiva Alex parte titolare, segna la sua prima tripletta contro il Parma e indossa per la prima volta la maglia N° 10.

Lippi gli offre, nella prima annata della sua gestione, l'occasione di proporsi. Gianluca Vialli è il leader di un gruppo affidabile e granitico ed a Roberto Baggio, in ombra a causa di un infortunio, viene preferito proprio Del Piero. Gioca più di Baggio, segna come lui, ma alla fine mette la sua firma sullo scudetto, riportandolo a Torino dopo 9 anni di astinenza, e sulla Coppa Italia.

In quell'annata gioca 50 partite, segna 10 gol e compie il primo passo importante della sua carriera. Debutta anche in campo europeo, nella Coppa UEFA persa in finale contro il Parma ed in Nazionale nel marzo del 1995, realizzando il primo gol in azzurro pochi mesi dopo. Il 13 settembre 1994 realizza il primo gol in Europa, nell'incontro di Coppa UEFA contro il CSKA Sofia terminato 3-2 per la formazione bulgara, la seconda rete bianconera del momentaneo 2-2. Il gol viene poi annullato in quanto la giustizia sportiva europea annulla la partita per posizione irregolare del giocatore bulgaro Petar Mihtarski, assegnando la vittoria per 3-0 a tavolino alla Juventus.

L'anno successivo la Juventus decide di puntare su di lui e lascia partire Roberto Baggio, non senza perplessità da parte dei tifosi e degli organi di stampa, riguardo al rischio di puntare tutto su un giocatore che aveva ancora molto da dimostrare. All'età di 20 anni si ritrova il numero 10 sulle spalle e guida la Juventus al trionfo in Champions League nella finale di Roma contro l'Ajax, edizione in cui nascono i famosi "gol alla Del Piero". Alla fine della competizione europea ha realizzato ben 6 reti ed è vice-capocannoniere dell'edizione. Vince anche la sua prima Supercoppa Italiana contro il Parma, firmando l'assist del gol di Vialli.

Si classifica al 4° posto nella graduatoria del Pallone d'oro nel 1995 e nel 1996 e la sua popolarità all'estero cresce anche grazie alla vittoria della Coppa Intercontinentale il 26 novembre 1996, contro i campioni sud-americani del River Plate, che lo rende celebre anche in Giappone, dopo il gol da lui stesso segnato. Vince tra le tante cose anche il premio Bravo 1996 - Guerin Sportivo, consegnato al miglior giocatore giovane d'europa.

Nel 1996/97 vince il suo secondo campionato, siglando 8 gol nonostante i tanti infortuni muscolari, la Supercoppa europea, con due gol e due assist nelle nette vittorie contro il Paris Saint Germain, e gioca la seconda finale di UEFA Champions League consecutiva entrando al primo minuto del secondo tempo, mentre la Juventus perdeva 2-0 (Lippi aveva preferito tenerlo in panchina dopo l'ennesimo rientro da un infortunio). Nonostante i bianconeri perdano infine 3-1 contro il Borussia Dortmund, si mette in luce con un bellissimo gol segnato di tacco al volo con il piede mancino.

Gioca la stagione 1997/98 ad altissimo livello, chiudendo con 32 gol in stagione di cui 21 in campionato e 10 in Champions League, di cui è capocannoniere, ed uno in Coppa Italia. Con i 32 gol si piazza al secondo posto nella classifica delle reti segnata in una sola stagione nella storia della Juventus dietro a Borel II, primo con 34. Vince il campionato ai danni dell'Inter di Ronaldo, la Supercoppa Italiana e perde ancora la finale di Champions League contro il Real Madrid, giocata in precarie condizioni fisiche a causa di un precedente infortunio. Proprio in Champions è autore del 3° gol più veloce nella storia della competizione, segnando dopo 20.12 secondi nella partita Manchester United-Juventus terminata 3-2 il 1° ottobre 1997.

L'8 novembre 1998, al 92esimo minuto della partita Udinese-Juventus, si infortuna gravemente al ginocchio sinistro, riportando la lesione dei legamenti crociati anteriori e posteriori che lo costringe a rimanere fermo per 9 mesi, dopo la burrascosa estate con 2 gol in campionato ed uno in Supercoppa Italiana in appena 8 partite giocate. L'episodio fa da spartiacque alla sua carriera, finora ricca di soddisfazioni. La Juventus finisce la stagione con l'abbandono di Marcello Lippi ed al settimo posto in campionato. Ritorna sui campi di calcio nella stagione successiva, con Carlo Ancelotti in panchina, giocando non certo agli stessi livelli a cui aveva abituato in passato, ma conservando la maglia da titolare, anche perché il suo contributo alla squadra rimane sempre di alto livello, come dimostrano i 12 gol stagionali di cui, però, 8 su rigore, gli oltre 20 assist ed una buona serie di partite.

Anche la stagione 2000/01 è vissuta per più della prima metà sottotono; l'allenatore Ancelotti è messo in croce per la sua insistenza nel far giocare il numero 10 bianconero, da molti giudicato un calciatore finito e incapace di tornare a giocare ad alti livelli. Ma un giorno, durante la partita Bari-Juventus del 18 febbraio segna un gran gol che lo porta ad esultare con un pianto liberatorio e una dedica al padre, venuto a mancare pochi giorni prima. È un nuovo spartiacque nella carriera di Del Piero, che gioca un ottimo finale di stagione e da quel momento troverà una grande continuità di gol e rendimento.

Deve quindi molto a Carlo Ancelotti, che gli ha sempre dato fiducia, tuttavia è sotto la gestione di Marcello Lippi, tornato sulla panchina della Juventus nella stagione successiva, che vive le sue migliori stagioni del dopo-infortunio: vince due scudetti tra il 2001 ed il 2003. Nella stagione 2001/02 insieme al compagno di attacco titolare David Trezeguet fa registrare il record di coppia d'attacco più prolifica d'Europa con 40 gol totali(24 gol il franco-argentino, che gli vale il primato nella classifica marcatori, insieme a Dario Hubner, e 16 gol suoi). In questi due anni vince inoltre due Supercoppe Italiane e sfiora la vittoria di una Champions League, tornando a segnare con regolarità e fornendo prestazioni di caratura mondiale, come aveva abituato prima dell'infortunio del 1998. Gioca inoltre due finali di Coppa Italia, perse rispettivamente contro Parma nel 2002 e Lazio nel 2004.

Il 31 ottobre del 2001, nell'incontro di Champions League perso contro il Celtic Glasgow 4-3, realizzando il gol dello 0-1, segna il 27° gol in campo europeo, superando il record di marcature nelle coppe europee con la maglia bianconera precedentemente appartenuto a Roberto Bettega.

Nella stagione 2004/05 il ruolo di titolare fisso nella Juventus è messo in discussione dall'arrivo di Ibrahimovic e soprattutto Fabio Capello, che spesso lo relega in panchina. In realtà gioca spesso da titolare, ma quello che fa scalpore è la gestione "part-time" che l'allenatore gli riserva: 37 gare da titolare su 43 convocazioni nel 2004/05 con 28 sostituzioni, 25 volte titolare su 46 convocazioni nel 2005/06 con 11 sostituzioni. Inoltre negli scontri più importanti, come quelli al vertice del campionato o in champions league, Del Piero parte quasi sempre dalla panchina, e subentra ancor più raramente. Il posto in Nazionale sembra venir messo in discussione anche dalle buone prestazioni di altri bomber italiani, ma ottiene ugualmente la convocazione per il Mondiale in Germania dato che in questi due anni, nonostante tutto, riesce a segnare 37 gol (di cui 30 decisivi per l'esito della partita) ed a far segnare con assist magistrali i suoi compagni di squadra, memorabile è l'assist fatto in rovesciata per la testa di Trezeguet a San Siro l'8 maggio del 2005 nella decisiva vittoria per l'assegnazione dello scudetto sul Milan per 1-0. In nazionale fornisce ottime prestazioni, arricchite da 2 gol e 7 assist che convincono il c.t. Marcello Lippi a portarlo con se in Germania. Vince i due campionati della gestione Capello e nel 2005/06 è stato il capocannoniere dell'edizione di Coppa Italia con 5 reti.

Grazie alla splendida tripletta realizzata contro la Fiorentina il 10 gennaio 2006, nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia, è diventato il miglior marcatore bianconero di sempre superando anche Boniperti.

A causa dello scandalo Calciopoli, la Juventus si ritrova nella difficile situazione di dover disputare la Serie B e lui è tra i pochi campioni della rosa che non lascia la società (è anzi l'unico campione la cui permanenza non viene mai messa in discussione, a differenza di casi come quelli di Buffon e soprattutto Camoranesi), anche nell'ottica di un possibile futuro da dirigente del club. Per il capitano si presenta la nuova sfida di riportare in massima serie la propria squadra in qualità di campione del mondo appena laureato, esattamente come accadde a Franco Baresi al Milan nel 1982.

All'esordio stagionale, nel secondo turno di Coppa Italia, segna il gol decisivo del 2-1 contro il Cesena, dopo solo 9 secondi dal suo ingresso in campo, stabilendo il suo record personale. Si ripete anche nel turno successivo contro il Napoli ma i suoi 2 gol non bastano alla Juventus per passare il turno.

Sabato 16 settembre 2006 scende in campo per la 500esima partita ufficiale tra i professionisti, di cui 486 con la Juventus e 14 con il Padova. In tale circostanza segna il gol che sancisce la vittoria per 2-1 della Juventus contro il Vicenza, prima vittoria del club torinese nel torneo cadetto ed il 28 ottobre segna il suo duecentesimo gol in maglia bianconera contro il Frosinone, entrando definitivamente nella storia del club torinese.


Il 20 gennaio 2007, nel corso di Juventus-Bari, taglia un traguardo che solo altri due grandi calciatori del passato, Scirea e Furino, erano riusciti a raggiungere, quello delle 500 partite ufficiali giocate in maglia bianconera. La partita termina 4-2 e celebra il suo record con 1 gol e 2 assist decisivi per Trézéguet e Nedved. Gli viene consegnata una targa in onore delle cinquecento partite e il modellino del nuovo modello della FIAT 500 personalizzata per l'importante l'occasione.

Il 19 maggio 2007 la Juventus ottiene la matematica certezza del ritorno in Serie A travolgendo l'Arezzo per 1-5 ed è grande protagonista dell'incontro con 2 reti e 2 assist. Alla fine del campionato, il 10 giugno 2007, i suoi gol in totale sono 21 e gli consentono di vincere il titolo di capocannoniere della serie cadetta.

Il 3 settembre 2007 viene premiato con il Golden Foot 2007, dopo aver ricevuto 30199 voti piazzandosi davanti a Roberto Carlos (29174) e David Beckham (24121).

Ormai bandiera della Juventus il 15 ottobre 2007 rinnova il contratto fino al 2010 con una riduzione dell'ingaggio del 20% il primo anno e del 25% il secondo.

La stagione 2007/08, vede il miglior Del Piero della carriera (forse secondo solo a quello della stagione 97/98), grazie a grandi prestazioni, porta la sua Juventus al terzo posto in classifica e, per la prima volta, vince il titolo di capocannoniere in Serie A con i 21 goal realizzati, che gli permettono di portarsi in testa alla classifica marcatori con una lunghezza di vantaggio sul compagno di squadra David Trezeguet e due sulla rivelazione del campionato, il genoano Marco Borriello.

Sabato 22 marzo, nella partita Inter-Juventus finita 2 a 1 per i bianconeri, raggiunge le 552 presenze con la maglia della Juventus, diventando il calciatore con più presenze nella storia della società bianconera, insieme al leggendario Gaetano Scirea.

Prima dell'ultima partita di campionato annuncia di voler vincere il titolo insieme al compagno di squadra Trezeguet, con cui è a pari punti: dopo aver aperto le marcature della gara contro la Sampdoria, subisce un fallo per cui viene concesso un rigore che, fedele al suo proposito, lascia battere al compagno di squadra che, trasformandolo, lo raggiunge in vetta alla classifica. Successivamente però, nuovamente atterrato in area, guadagna un nuovo calcio di rigore di cui si incarica direttamente e la cui trasformazione gli vale la vetta solitaria della classifica marcatori.

Termina quindi la stagione aggiudicandosi il primo posto nella classifica capocannonieri di serie A con 21 gol segnati, diventando il secondo giocatore in Italia ad essere riuscito in due anni consecutivi a vincere questa classifica in Serie B ed in Serie A, record fino a quel momento detenuto solo da Paolo Rossi, che lo conquistò con la maglia del Vicenza.

Dopo oltre due anni torna a disputare la UEFA Champions League. Il 13 agosto 2008, all'Olimpico di Torino la Juventus affronta i preliminari di per l'accesso al tabellone principale e lui realizza contro gli slovacchi dell'Artmedia Bratislava il gol del raddoppio con un destro a giro sul secondo palo dal limite dell'area. Il 17 settembre 2008, segna contro lo Zenit San Pietroburgo un gol su punizione da 38 metri di distanza che decreta la vittoria dei bianconeri, mentre il 21 ottobre, nel terzo turno della prima fase a gironi, effettuando una triangolazione con Amauri, segna in corsa con una parabola a girare da fuori area il primo dei due gol che segneranno la sconfitta del Real Madrid. Si ripete nella gara di ritorno del 5 novembre al Santiago Bernabéu, realizzando entrambe le reti della vittoria della Juventus sul Real, diventando il primo giocatore di una squadra italiana a segnare una doppietta nello stadio spagnolo, ed incantando il pubblico, che gli tributa una standing ovation al momento dell'uscita dal campo.


Titoli giovanili

Campionato Giovanissimi

Padova: 1989/90

Campionato Primavera: 1

Juventus: 1993/94

Torneo di Viareggio: 1

Juventus: 1994

Competizioni nazionali

Campionato italiano: 5 (+2)

Juventus: 1994/95, 1996/97, 1997/98, 2001/02, 2002/03 (+ 2004/05; +2005/06 )revocato

Campionato italiano di Serie B: 1

Juventus: 2006/07

Coppa Italia: 1

Juventus: 1994/95

Supercoppa italiana: 4

Juventus: 1995, 1997, 2002, 2003

Nazionale

Campionato del mondo: 1

Germania 2006


Competizioni internazionali

Champions League: 1

Juventus: 1995/96

Supercoppa UEFA: 1

Juventus: 1996

Coppa Intercontinentale: 1

Juventus: 1996

Coppa Intertoto: 1

Juventus: 1999


Individuali

Miglior calciatore Under 21: 1992

Miglior calciatore nella finale Coppa Intercontinentale: 1996

Premio Bravo - Guerin d'Oro: 1996

Migliore calciatore italiano AIC: 1998

UEFA Champions League 10 Years Jubilee Poll Best Attacker

Golden Foot: 2007

Telegatti 2007 - Categoria sport - Miglior sportivo 2007

Premio Nazionale Carriera Esemplare "Gaetano Scirea": 2008

Capocannoniere della UEFA Champions League: 1

1997/98 (10 gol)

Capocannoniere della Serie A: 1

2007/08 (21 gol)

Capocannoniere della Serie B: 1

2006/07 (20 gol)


lunedì 10 novembre 2008

TANTI AUGURI CAPITANO!!!

Visto che momentaneamente non ho parole per Alex... Vi lascio l'articolo della gazzetta... Con la promessa che nei prossimi giorni scriverò un mega articolo su Alex!!!

Del Piero e l'autoregalo
Ranieri: "E' magico"


Nel giorno del suo 34esimo compleanno e della presenza numero 377 in serie A in bianconero, il capitano trova ancora un gol e riceve gli elogi del tecnico: "E' lui la chiave del successo dell'anno scorso e di queste ultime partite"


VERONA, 9 novembre 2008 - Bernabeu o Bentegodi per Ale Del Piero non cambia nulla. È in vena di magie ed è sempre ed ancora lui a trascinare la Juve alla sesta vittoria consecutiva tra campionato e coppa. Nel giorno del suo 34esimo compleanno e della presenza numero 377 in serie A in bianconero (come Scirea, meglio di lui solo Boniperti), il capitano della Juve segna una punizione spettacolare che apre la strada del successo alla Vecchia Signora che si impone 2-0 sul campo del Chievo.

PIRAMIDE UMANA
- Poi tutti sopra. A festeggiare con una piramide umana Del Piero. Steso lì sotto, sul campo, dopo avere steso il Chievo con l'ennesima magia su punizione. "Sono felicissimo- ha detto il capitano della Juve a Sky- per il gol ma soprattutto per la vittoria, che dà continuità a questo nostro momento. Volevamo assolutamente vincere, era importante dopo Madrid, per questo c'è stata una grandissima gioia". Del Piero ancora protagonista, nel giorno del suo 34esimo compleanno: "Volevo farmi un regalo e ci sono riuscito". Ancora con una punizione: "Quando ero piccolo guardavo Platini, Zico e Maradona. E credo che mi abbia aiutato, insieme all'allenamento". Intanto ha raggiunto Scirea al secondo posto dei più presenti in bianconero ma ha grandi programmi: "Sono felice di essere affiancato a un nome come quello di Scirea, un mostro sacro. E ho idea di giocare altri 7-8 anni". Il capitano ha anche lasciato il rigore a Iaquinta, rinunciando alla seconda doppietta personale in quattro giorni: "Ci siamo parlati e l'ho lasciato a Iaquinta, Vincenzo aveva voglia di segnare, sono felice che ci sia riuscito. Ora concentriamoci sul Genoa, giovedì sera per noi sarebbe importantissimo fare bene", spiega Del Piero che poi conclude ricordando di "mandare un sms al numero 48544 per aiutare la ricerca contro il cancro".

RANIERI GONGOLA - "La chiave del successo dell'anno scorso e di queste ultime partite è Alessandro Del Piero". Claudio Ranieri ai microfoni di Sky festeggia il capitano: "La squadra ha voglia di lottare e di ritrovarsi - prosegue Ranieri - e poi c'è l'anima del campione che viene fuori, quella di Del Piero, che in questo momento è magico. Lui è sempre stato il leader, il capitano, sta caricando la Juventus e tutti gli stanno andando dietro. Alla minima opportunità fa gol, questo fa bene e dà morale". Ma il suo omaggio al capitano non finisce qui: "Ha una motivazione che hanno i grandissimi campioni, quella vista in Baresi, Zoff, Vierchowod. Ciò che fa è qualcosa di meraviglioso. È una manna per la squadra e per l'allenatore". Mentre Ranieri parla, passa Del Piero che pur nascosto tra i presenti grida "Sto ascoltando mister" e Ranieri gli ribatte: "L'ho detto perchè ti ho visto arrivare". Un duetto che prevede altre faville. Per il bene della Juve, of course.

giovedì 6 novembre 2008

TUTTI IN PIEDI AL BERNABEU...

Ieri sera allo stadio Bernabeu di Madrid si è disputata: Real Madrid - Juventus... "La sfida infinita".
Questa volta però è andata diversamente, rispetto agli ultimi anni, infatti la Juve era da una vita che non vinceva a Madrid e Del Piero in quello stadio non aveva mai segnato...
E ieri...?!
La Juve ha Vinto e Con-Vinto 2a0, e i gol portano la firma di Pinturicchio...

E' stata una partita stupenda e piena di emozioni.
Alex ha giocato da 10+. 2 Gol strepitosi che per poco, anzi per pochissimo non diventano 3...
Ma oltre ai Gol ha giocato una partita memorabile, da incorniciare... Che lo porta di diritto tra i più forti calciatori italiani di tutti i tempi!!!

Oggi il sito della Gazzetta sottolinea la sportività degli Spagnoli...
Infatti:
TUTTI PAZZI PER ALE: Dopo la standing ovation del Bernabeu, ecco l’omaggio della "prensa" locale. Questa la carrellata sui titoli più significativi: “Del Piero è uscito con un’ovazione del Bernabeu come Ronaldinho” (Marca), “Del Piero mette a nudo un Madrid impotente” (Sport), “Il Bernabeu si arrende a Del Piero” (Publico), “Per sempre, Pinturiccio” (si, nel titolo a caratteri cubitali di Publico manca la h), e sempre in tema di pittura, “Del Piero dipinge il Madrid” (El Pais). Ancora: “Del Piero opposto all’impotenza” (El Mundo), “Del Piero fa di nuovo al linguaccia al Madrid” (Abc).

OMAGGIO - “Poche volte un giocatore della squadra rivale esce tra l’ovazione del pubblico – scrive Marca –. L’ultimo precedente al Bernabeu risale all’umiliante sconfitta per 0-3 col Barcellona suggellata dall’esibizione di Ronaldinho. Allora, dopo il terzo gol gran parte del pubblico madridista si alzò in piedi per riconoscere con un’ovazione quello che era un trionfo in piena regola. Ieri è successo qualcosa di molto simile. Il tuo rivale ti fa due gol, scardina la partita e oltretutto viene applaudito. Il Bernabeu sapeva che probabilmente per motivi di età questa era una delle ultime occasioni in cui poteva avere il piacere di vedere giocare uno come Del Piero”.

Del Piero fra gli applausi:
"Si vive per queste emozioni"


MADRID, 5 novembre 2008 - Chiamiamolo sfizio. Quello che Alessandro Del Piero, per l'anagrafe 34 anni fra quattro giorni, vuole togliersi in questa fase della sua carriera. Che qualcuno ha imprudentemente giudicato finita, o quantomeno calante, o nella migliore delle ipotesi sbiadita. E lui se li è bevuti tutti, critici, scettici e ironici, Ranieri compreso quando lo provocò sul tasto dell'età. Lui, la sua cura rivitalizzante se l'è inventata a suon di gol, sei in questa stagione, di cui quattro in Champions.

STANDING OVATION - E non a caso, visto che il suo sfizio più grande è quello: alzare la coppa con le orecchie, due anni dopo aver toccato con mano la serie B. Non che per lui la Champions sia una novità assoluta: nel '95-96 la coppa fu anche sua, ma poi i tre successivi trofei persi in finale (contro Borussia Dortmund, nonostante un suo strepitoso gol di tacco, contro proprio il Real l'anno dopo e poi contro il Milan), nonché l'esperienza della B gli hanno rimesso addosso una voglia che trapela da ogni suo movimento, emerge in ogni sua parola, trasmette ai compagni in ogni suo atteggiamento. Perché scudetto e campionato hanno il loro fascino, ma l'Europa è un'altra cosa. Provare per credere, guardando all'ovazione che un Bernabeu tutto esaurito gli ha tributato al momento del cambio, a Real già condannato. Un premio che va quasi oltre alla gioia di aver infranto il tabù di quello stadio in cui non aveva mai segnato, e nel quale la Juve non trovava la vittoria da 46 anni.

STRA-FELICITA' - "Sono strafelice, abbiamo vinto, abbiamo disputato una grande partita, ho fatto gol. Meglio di così?". Sono state queste le prime parole pronunciate ai microfoni della Rai da Del Piero. "Si vive per queste emozioni, sono felice che il pubblico abbia fatto quell'applauso quando sono uscito dal campo - ha aggiunto il capitano bianconero -. Meno male che ho segnato, questo è uno stadio pazzesco, ed era per noi una partita importantissima. Per me è un buon momento. Sono felice di avere segnato davanti a Maradona - ha concluso - spero che Diego ci venga a veder giocare più spesso!".
Ranieri: "Che Del Piero"

5 novembre 2008 - Era il 1962, e segnò Sivori. Ma il 2008 è l'anno di Del Piero, e al Bernabeu sono due gol nella storia. Che portano la Juve agli ottavi di Champions. Claudio Ranieri si gode le stelle, con le stalle di appena 15 giorni fa belle e dimenticate. "Vincere due a zero al Bernabeu non è cosa da poco- dice il tecnico bianconero- da 15 giorni a questa parte siamo tornati noi. La vittoria d'andata ci ha ridato autostima. È stata una bella partita, mi sono piaciuti i ragazzi, la nostra forza era la difesa alta, per non farli ragionare. Complimenti a tutti". Soprattutto a Del Piero... "Non ha fatto solo i due gol ma si è anche sacrificato. Ottimo Del Piero, il capitano si sta divertendo, si è preso la squadra sulle spalle. Si sacrifica, ritorna, dà una mano a tutti. L'ho tolto per la standing ovation. Gli spagnoli sono fantastici, davanti ad un campione, non importa di chi, applaudono". Ora non diranno più che Ranieri non è allenatore da Juve... "Basterà una sconfitta per dire che non sono da Juve. I soliti noti si scateneranno. È un giornale solo, non ci vuole la zingara...". Ranieri analizza la partita: «Quando giochi contro le stelle, all'attacco, con un solo centrocampista difensivo, quando riparti gli fai male. Ora c'è alchimia, ma sono costretto a cambiare per gli infortuni. La squadra si sacrifica e questi sono i risultati". Complimenti per tutti, anche per Tiago: "Tiago è un giocatore stupendo, l'anno scorso ha sofferto la pressione. Si era perso. Ma in allenamento i ragazzi gli vogliono bene, lo vedono che è bravo. Ha fatto tre splendide partite e ce lo teniamo stretto".

lunedì 3 novembre 2008

Super Juve, Roma affondata con Del Piero e Marchionni !!!

TORINO, 1 novembre 2008 - Una Juventus in grande condizione fisica batte 2-0 la Roma, centra la terza vittoria consecutiva in campionato e risale la classifica.

A regalare i 3 punti alla Juve è il solito Capitano, che trasforma una punizione da una trentina di metri... Parabola perfetta e praticamente imprendibile, e palla che si infila all'incrocio alla destra del portiere, è il 38' del primo tempo e il popolo bianconero gode!!!

Dopo appena 5 minuti del secondo tempo, Alex (sempre lui) fa un assist perfetto a Marchionni che dopo aver superato il difensore con un tocco morbido scavalca Doni e segna il 2a0 finale.

Unico rammarico, la prodezza di Doni su splendida rovesciata di Amauri.

Da segnalare la buona prova di Molinaro e Tiago.

Foooooooooooorza Juuuuuuuuuveeeeeeeee!!!!!!